Turchia emette mandato di cattura internazionale per fondatore Exchange Thodex

La Turchia ha emesso un mandato d’arresto internazionale per il fondatore di una piattaforma di scambio di criptovalute.

I media statali riferiscono che Faruk Fatih Ozer è fuggito in Albania con un presunto malloppo di $ 2bn appartenenti a 391mila investitori. La polizia ha anche arrestato 62 persone tramite operazioni simultanee all’alba in 8 città turche per presunti collegamenti con la società del signor Ozer: Thodex.

Ozer ha definito “infondate” le accuse contro di lui e ha affermato di essere in Albania per riunioni di lavoro.

Il ministero della giustizia turco ha avviato un procedimento legale per chiedere l’arresto e l’estradizione di dalla capitale albanese Tirana, ha riferito Andalou. Aggiungendo che il ministro dell’Interno Suleyman Soylu aveva parlato al telefono con la sua controparte albanese. L’Interpol ha emesso un avviso rosso per Ozer venerdì dopo aver ricevuto una richiesta da Ankara.

La scorsa settimana, la Turchia ha dichiarato che vieterà l’uso di criptovalute per pagare beni e servizi dal 30 aprile. Le cose hanno iniziato ad andare male mercoledì quando Thodex ha pubblicato un misterioso messaggio in cui diceva che erano necessari cinque giorni per gestire un investimento esterno non specificato. Ha quindi sospeso le negoziazioni.

Gli investitori hanno iniziato a contattare le autorità, con reclami contro Thodex in aumento di oltre l’1,160% rispetto alla settimana precedente.

Giovedì, i funzionari della sicurezza turca hanno rilasciato una foto di Ozer, che si ritiene avesse 27 anni, all’aeroporto di Istanbul in viaggio verso una località sconosciuta.

Successivamente è stato confermato da fonti della sicurezza che si trovava in Albania da martedì. In un messaggio pubblicato quel giorno sull’account Twitter ufficiale di Thodex, il signor Ozer ha negato le accuse.

Scandalo criptovalute in Turchia


Ha detto che era all’estero per incontri con investitori stranieri e che sarebbe tornato in Turchia “tra pochi giorni e avrebbe collaborato con le autorità giudiziarie perché venisse fuori la verità”.

Poi alle 06:00 ora locale di venerdì, la polizia ha avviato operazioni di arresto in otto diverse città turche, inclusa Istanbul, dove hanno perquisito la sede della compagnia e sequestrato computer e materiali digitali.

Ha quindi eseguito l’arresto di 78 sospetti in totale e finora ne risultano detenuti 62.
I funzionari hanno anche congelato i conti bancari del signor Ozer.

Alla luce di quanto accaduto ricordiamo a tutti che è fondamentale utilizzare Exchange regolamentati come può essere ad esempio Binance, il più conosciuto e sicuro. Questo serve ad evitare le truffe affidando i propri soldi a siti sconosciuti.

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Criptovalute e Turchia: una storia difficile

Un numero crescente di turchi sta scegliendo di utilizzare le criptovalute nel tentativo di proteggere i propri risparmi da un forte calo del valore della valuta locale: la lira. Ormai in corso da tempo. Ma il mercato turco delle criptovalute non è regolamentato.

Vediamo in questo video cosa sta succedendo

Secondo la Banca centrale le transazioni effettuate attraverso l’uso di criptovalute presentano rischi “irrevocabili”.

A detta dell’istituto di credito centrale turco, per bocca dell’attuale governatore, Sahap Kavcioglu, le criptovalute: «non sono soggette ad alcun meccanismo di regolamentazione e supervisione né a un’autorità di regolamentazione centrale».

Inoltre «i loro valori di mercato possono essere eccessivamente volatili». Infine per la Banca centrale turca le criptovalute «vengono spesso utilizzate per azioni illegali».

Le autorità monetarie della Turchia hanno condotto negli ultimi due anni transazioni in valuta estera «alle condizioni di mercato» e nessuna banca o impresa ha ricevuto un trattamento «privilegiato».

Il principale partito di opposizione in parlamento, il kemalista Chp, ha accusato con tanto di manifesti sparsi per Istanbul, il governo di aver «svenduto» 128,3 miliardi di dollari delle riserve della Banca turca tramite banche statali tra il 2019 e il 2020.

Accusa rimbalzata però dallo stesso governatore. Che invece ha siglato un protocollo con il ministero del Tesoro nel 2017 per coordinare gli acquisti e le vendite di valuta, che aveva contribuito a mantenere un equilibrio tra domanda e offerta sui mercati finanziari.

Intanto, in questo mese di aprile, le riserve lorde totali possedute dalla Turchia – compreso oro e denaro detenuto dalla Banca centrale per conto di banche commerciali – è calato di più del 15% da gennaio 2020. Sfiorando i 90 miliardi di dollari americani.

Le riserve nette al 9 aprile corrispondevano a 9,9 miliardi di dollari. Praticamente il minimo storico dall’aprile del 2003. Ecco perché i turchi si stavano rifugiando nelle criptovalute.

Non sta pagando la politica di Erdogan di immettere denaro nel sistema del credito, alle imprese e ai consumi. Tenendo bassi i tassi di interesse. L’inflazione scatenata sta erodendo i risparmi e la lira che sta perdendo da anni valore. La Turchia ha un deficit cronico delle partite correnti, giacché consuma più di quanto produce.

Se inizialmente aveva dato ampio spazio alle forze sociali ed economiche alla base del boom economico della Turchia anatolica, i cosiddetti «calvinisti islamici», da qualche anno le politiche economiche di Erdogan stanno frenando queste forze. Con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti.

Non solo Turchia: il caso Iran

La Turchia non è il primo paese arabo che usa le criptovalute per aggirare problemi di sistema. Si pensi al caso Iran, che sta usando le valute digitali per aggirare i pesanti dazi e l’embargo severo imposto da Trump. Sebbene i capi religiosi vedano di cattivo occhio le criptovalute.

Vi aggiorneremo sull’andamento del caso Thodex. Nel frattempo se volete investire in criptovalute in maniera sicura vi consigliamo eToro, un broker regolamentato con cui negoziare sulle principali criptovalute.

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